Jacopo Da San Martino, l’artista inquieto che lavora sul suo materiale principe, il legno: lo deforma, lo aggredisce, lo arricchisce, ma senza mai turbare la sua intima nobiltà ed anzi esaltando la sua anima profonda.
L’opera d’arte parte da lunghe e silenziose passeggiate nel bosco, inalandone i profumi, entrando in contatto con la sua materialità e, in definitiva, captando i suoi umori più reconditi.
Fase ed elemento culminante è poi una fotografia, momento unico ed irripetibile, fissato e quasi adagiato sul supporto, precedentemente lavorato e manipolato: un’adesione perfetta, una liaison amoureuse tra la singolarità dello scatto fotografico e la stratificazione temporale delle venature del legno.
Il momento, fuggente ma anche eterno, trova un’occasione di contrasto quasi stridente con la quieta stabilità dell’albero: qui interviene la sensibilità dell’artista, che trasforma questo contrasto in una solida armonia.
Il risultato artistico è pacato, quasi sussurrato, con immagini che sembrano essere state lentamente rilasciate dal legno, anno dopo anno, così come si sono formati i suoi anelli.
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